LA CHIESA PROTESTANTE UNITA ADERISCE AI GAY PRIDE DI SIENA E MILANO

IL DECANO PANERINI: «UNITÀ DEL MOVIMENTO LGBTQ, NO ALLE MULTINAZIONALI SPONSOR DEI CORTEI»

La Chiesa Protestante Unita, attraverso il suo Decanato nazionale, anche quest’anno ha aderito ai Gay Pride di Siena (Toscana Pride) e di Milano, seppur da una posizione critica su alcune questioni organizzative e di contenuto che, tuttavia, non inficiano la comunione con il movimento LGBTQ in questo difficile momento storico, politico e sociale. «Anche in questo 2018 la Chiesa Protestante Unita ha deciso convintamente di aderire e partecipare ai Gay Pride di Siena (Toscana Pride) e di Milano – dice il Rev. Andrea Panerini, Decano nazionale della Chiesa Protestante Unita – in un momento tanto difficile per i diritti civili e sociali e per la democrazia nel nostro Paese e queste manifestazioni, per noi, hanno questo primario compito, ovvero essere un presidio di democrazia e di civiltà. A questo si aggiungono giustamente le rivendicazioni del movimento LGBTQ come il matrimonio egualitario e l’adozione per le coppie dello stesso sesso, che appoggiamo in pieno. Abbiamo maggiori perplessità su questioni come la Gravidanza per altri (Gpa) su cui il nostro Sinodo nazionale dibatterà nella prossima sessione che avrà luogo a Firenze il 13 e 14 luglio prossimi, soprattutto per il possibile sfruttamento del corpo femminile: sappiamo che questo è un tema scottante dentro il movimento e che proprio sulla Gpa si sono consumate dolorose scissioni e accese discussioni. Noi – prosegue il Rev. Panerini – auspichiamo un confronto schietto e rispettoso delle posizioni di tutti e di tutte senza soluzioni aprioristiche ma con una pluralità di pensiero che dovrebbe essere la ricchezza dell’arcobaleno. Saremo ai Pride di Siena e di Milano per testimoniare l’Evangelo, ovvero che è possibile un cristianesimo inclusivo che considera tutti e tutte come figli e figlie di Dio nella radicalità del Vangelo e senza le ipocrisie di mezze e finte aperture di gerarchie retrograde che si fingono progressiste per vantaggio nel marketing religioso. Allo stesso tempo non ci disturberanno le drag queen, i transgender o le persone seminude (quello che eccita la curiosità morbosa di alcuni mass media) ma, soprattutto nel Pride di Milano (visto che in quello toscano i maggiori sponsor sono organizzazioni come Arci, Cgil, Uisp e Anpas), ci lasciano assai dubbiosi le sponsorizzazioni di multinazionali come Coca Cola, Ebay, Deliveroo, Microsoft, Google, Facebook, Amazon, Zurich e molte altre, che ci fanno capire come il pensiero unico del capitalismo – in nessun caso compatibile con l’etica cristiana – sia entrato anche in queste manifestazioni di lotta e democrazia che sono sempre state sia per i diritti civili che per quelli sociali. Questo ci rattrista molto e ci pone in una posizione critica rispetto ad alcuni organizzatori – conclude Panerini – ma non ci farà desistere in alcun modo dal portare il nostro punto di vista in cortei che auspichiamo plurali, colorati e pacifici.»

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Expo, quale posizione assumere da cristiani?

Il 1° maggio si inaugurerà l’Expo 2015 a Milano sul tema «Nutrire il pianeta, energia per la vita». Tema che sarebbe anche interessante, se fosse affrontato dalla parte dei popoli affamati e della salvaguardia degli animali e del Creato. Purtroppo non sarà così. Tralasciando la corruzione nell’organizzazione dell’evento e gli oltre 200 ettari cementificati (come se a Milano non fossero presenti altre strutture espositive) e pronti alla futura speculazione edilizia, sarà una esposizione di governi, multinazionali e politici, senza che la voce dei popoli e di coloro a cui veramente la cura del Creato sta a cuore possa essere rappresentata. Si parlerà di vendita di OGM, in cui la presunzione di onnipotenza dell’uomo s’intreccia allo sfruttamento capitalistico più spregiudicato, si parlerà di come «ottimizzare» le rese agricole come se la terra che il Signore ci ha dato e il lavoro degli uomini sia solo una variabile di profitto. Non si parlerà di economia verde e sostenibile, non si parlerà di dignità di interi popoli e di ingiustizia sociale, non si parlerà di veganismo e della dignità degli animali, non si parlerà di decrescita e di qualità della vita.
Un enorme carrozzone pieno di soldi a uso e consumo del pensiero dominante, ecco cosa sarà l’Expo di Milano.
E noi, come cristiani, come dobbiamo porci di fronte a questo evento? Ignorarlo totalmente nonostante, con nostro stupore, ci siano cristiani e chiese cristiane che si prestano a questo gioco sperando (invano) di poter avere un palcoscenico? Oppure combattere il pensiero dominante, che è il pensiero del principe di questo mondo, il dio denaro, ponendo, nel nostro piccolo, le nostre alternative cristiane, gridando a pieni polmoni le ingiustizie, nella predicazione del Vangelo? La risposta, con ogni evidenza, ci è data obbligata. Gesù parlando di noi, suoi discepoli, ha detto: «il mondo li ha odiati, perché non sono del mondo, come io non sono del mondo» (Giovanni 17,14). Non siamo del mondo, ma siamo nel mondo e dovremmo essere i suoi giardinieri e i suoi onesti amministratori, e soprattutto rappresentare la coscienza scomoda di questa società contro la facile tentazione di agganciarsi a qualche carro mediatico ed economico.
Perciò non dobbiamo avere timore nel dire che noi a questo gioco non ci stiamo, che siamo dalla parte dei poveri, dalla parte di chi il cibo non ce l’ha proprio o non ne ha abbastanza, che siamo dalla parte di chi coltiva la terra per ricavarne il giusto reddito e non di chi la sfrutta per ottenere profitti per sé e pochi altri.
Non ci sono soluzioni preconfezionate, e noi non ne abbiamo di pronte. Ma siamo invece pronti a confrontarci con tutti quelli che hanno a cuore la giustizia sociale, una vita libera e dignitosa per tutti, la conservazione delle risorse per le generazioni future, per lottare insieme in spirito cristiano contro ogni forma di sfruttamento, degli umani, degli animali e della Terra tutta.
All’Expo di Milano la nostra voce non avrà ingresso, ma con l’aiuto del Signore sapremo farci sentire ugualmente.

Marta Torcini
Andrea Panerini